Dalle letture emerge un quadro "agrodolce": da un lato l'emozione, dall'altro la comicità .
Daria Bignardi con il racconto Il posto giusto ci narra la cronaca delle sue intense 24 ore tra il 6 e il 7 luglio. Pur di tornare a Ferrara compie un viaggio estenuante, partecipa alla maratona organizzata dai librai e visita la città dove è cresciuta: la trova deserta come sempre, ma profondamente ferita nelle chiese e nei musei, nelle facce perplesse ma solidali della gente. Tuttavia lei è felice, in pace con se stessa perché in quel momento si sente esattamente dove vorrebbe essere.
A seguire la scrittrice Barbara Baraldi ci parla, in Alla fine di un giorno qualunque, del trauma provato nel vedere la propria cittadina scomparire insieme all'identità storica e alle proprie abitudini. Niente è più come prima: Mirandola non c'è più. Le case, un tempo rifugio, sono ora trappole per chi scappa disperato, confondendo le proprie grida con l'urlo della terra.
Ugo Cornia, scrittore "lunatico" modenese, smorza i toni drammatici con il racconto: Sull'utilità di vedere film coreani prima di uscire con una ragazza. Un primo appuntamento, infelice e poco azzeccato porterà il fittizio protagonista a morire crivellato di colpi di arma da fuoco per essere uscito con l'amante di un boss mafioso. Dopo aver conquistato il riso del pubblico, l'autore ritorna sul "binario principale" raccontando la realtà di Finale Emilia e San Felice sul Panaro, entrambe città devastate dal sisma del 20 maggio.
Ulteriore descrizione dei tragici eventi è fornita da Guido Conti, il quale tramite la diretta testimonianza dell'amica Marzia, ci proietta in una natura sconvolta come da una guerra: macerie e transenne dappertutto, dilagante senso di impotenza per l' irrimediabile, incertezza, come in un conflitto. La terra trema continuamente, si è soltanto in attesa della prossima scossa. Il matto del paese, sfollato in una palestra, dice: "sotto terra ci sono i draghi, tutto questo finirà quando i draghi si riaddormenteranno".
Infine, Alessandro Bergonzoni, dichiarando di non sentire alcun legame, al di là di quello parentale, con l'Emilia e focalizzando la sua attenzione a "tutti i terremoti sparsi per il mondo, scrive un' umoristica Lettera alla Terra. L'intellettuale bolognese, tra molti divertenti "nonsense" propone di aprire una "Banca dei Peli", non per prestare denaro, bensì "peli" a chi ha mancato i propri obiettivi, appunto, "per un pelo".
Andrea Musso e Margherita Dondi
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