Anna Maria Giordano e Jonathan Zenti hanno curato l'introduzione spiegandoci che esiste un filo conduttore tra i tre audio documentari presentati a questo Festival Internazionale: le relazioni familiari esistenti tra confini.
Proprio di questi movimenti dolorosi dovuti all'idea di confine sviluppatasi nell'800, ci parla Annie Correal, ideatrice di questo servizio che "non voleva fosse visto come una tragedia, ma voleva far sapere al mondo che gli avvenimenti di cui tratta sarebbero potuti andare molto peggio".
Ignari dell'ambiente politico e sociale della Colombia ci siamo trovati ad assistere, in una sala gremita di persone, a un racconto di una stazione radiofonica ideata con lo scopo di trasmettere messaggi da parte dei famigliari ai rapiti da una guerriglia chiamata FAC. "sembra strano affiancare le parole rapimento e fortunata, eppure mi definisco fortunata perchè sarebbe potuta andare molto peggio": l'autrice ha infatti potuto riabbracciare il padre dopo otto lunghi mesi e mezzo, ma ci sono persone che attendono i familiari da anni, attaccati all'unica speranza che in mezzo alla giungla, al di là di una radiolina, possano sentire la loro voce.
Tuttavia risulta difficile raccontare un audio documentario, tanto che vi riportiamo alcune delle parole di Correal nel definire il suo lavoro per farvi entrare nell'atmosfera del racconto:
"È una storia su una stazione radiofonica. Le persone che vi hanno partecipato hanno ringraziato perchè ho dato loro la possibilità di avere una voce, tuttavia potranno trovare pace solo nel ricongiungimento con i loro cari: non cercano fama ma solo i loro familiari. Questo documentario ha raggiunto molta gente, contestato e amato, è stato causa di un omicidio ad opera della stessa FAC nei confronti di un padre, che avendo testimoniato in nome del rapimento della figlia, ha perso oltre a lei la sua stessa vita, tolta dagli stessi uomini."
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