sabato 6 ottobre 2012

LE COSE BELLE DI UN'OPERA SONO QUELLE INSPIEGABILI:cronaca di un piacevole incontro con Vasco, Andrea e Daria

Al Chiostro di San Paolo mancano pochi minuti alle 21: la giornalista Daria Bignardi presenta la graphic novel "Come le strisce che lasciano gli aerei" del cantautore ferrarese Vasco Brondi aka Le Luci della Centrale Elettrica, accompagnato dal suo mentore Giorgio Canali, e di Andrea Bruno, illustratore. I due autori si sono divertiti a creare una storia contemporanea, definita da Vasco "imbarazzante da raccontare", in cui i tre personaggi, che hanno storie diverse alle spalle, alla fine si rivelano molto simili l'uno all'altro, senza un posto fisso a cui ancorarsi.

Rashid, un nordafricano con la fissa per la sua maglietta della nazionale italiana; Rico, tossicodipendente, nato dalla fantasia del cantautore, che afferma di essersi ispirato a situazioni reali per questo personaggio ("Se non metto un tossico di periferia non sto bene"); infine Micòl: protagonista dei protagonisti, ha un nome importante, uguale a quello della più famosa Micòl Finzi-Contini di Giorgio Bassani, amatissimo da Vasco Brondi, che ne parla con una luce di ammirazione negli occhi:"Le sue descrizioni di Ferrara rimarranno eterne, a me non sarebbero mai venute! La città risente degli scritti di Bassani". Daria Bignardi coglie così la palla al balzo, chiedendo agli autori quanto la cittadina emiliana abbia influenzato quella immaginaria e fantomatica del libro: la nebbia e la cosiddetta "nostalgia ferrarese" richiamano somiglianze con la vicina Bologna.
I phone center ("isole in volo permanente") e gli aereoporti sono gli spazi più importanti e presenti nel libro, in quanto rappresentano un'ancora fissa per Rashid, Rico e Micòl ma allo stesso tempo sono il simbolo della società di oggi, fatua e senza più sicurezze: da qui il titolo "Come le strisce che lasciano gli aerei", segni grafici precisi,  una vera ossessione per Vasco Brondi, che, sempre sorridente durante l'incontro, ha mostrato al pubblico un inedito lato ironico e gioviale, nonostante il ruolo di cantautore impegnato.

Irene Camerani



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