Rashid, un nordafricano con la fissa per la sua maglietta della nazionale italiana; Rico, tossicodipendente, nato dalla fantasia del cantautore, che afferma di essersi ispirato a situazioni reali per questo personaggio ("Se non metto un tossico di periferia non sto bene"); infine Micòl: protagonista dei protagonisti, ha un nome importante, uguale a quello della più famosa Micòl Finzi-Contini di Giorgio Bassani, amatissimo da Vasco Brondi, che ne parla con una luce di ammirazione negli occhi:"Le sue descrizioni di Ferrara rimarranno eterne, a me non sarebbero mai venute! La città risente degli scritti di Bassani". Daria Bignardi coglie così la palla al balzo, chiedendo agli autori quanto la cittadina emiliana abbia influenzato quella immaginaria e fantomatica del libro: la nebbia e la cosiddetta "nostalgia ferrarese" richiamano somiglianze con la vicina Bologna.
I phone center ("isole in volo permanente") e gli aereoporti sono gli spazi più importanti e presenti nel libro, in quanto rappresentano un'ancora fissa per Rashid, Rico e Micòl ma allo stesso tempo sono il simbolo della società di oggi, fatua e senza più sicurezze: da qui il titolo "Come le strisce che lasciano gli aerei", segni grafici precisi, una vera ossessione per Vasco Brondi, che, sempre sorridente durante l'incontro, ha mostrato al pubblico un inedito lato ironico e gioviale, nonostante il ruolo di cantautore impegnato.
Irene Camerani
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