Bambini che muoiono di colera,
sparatorie, gente che muore per le strade, due miliardi e mezzo di persone che
vivono con meno di un dollaro al giorno, il boom demografico: queste sono le realtà
del mondo, ma i giornali italiani sembrano averle dimenticate. Questa è la
denuncia che emerge in Un dollaro al
giorno, il libro di Giovanni Porzio presentato oggi al Chiostro di San
Paolo, con la partecipazione di Ennio Remondino, corrispondente Rai, e Kostas
Moschochoritis, il direttore generale di Medici Senza Frontiere. Porzio è un giornalista
che ha girato "pezzi di mondo" ed è venuto
a contatto con realtà completamente diverse da quelle che noi viviamo: però le
storie che ha da raccontare non vengono più pubblicate dall’editoria. I giornalisti
di oggi tendono ad essere tuttologi, come dice Moschochoritis: generalizzano,
non tengono conto che paesi come l’Africa e l’Asia sono fatti da tante diverse sfaccettature,
che Stati come la Somalia e il Congo sono simili quanto in Europa lo sono la
Germania e la Grecia, non fanno le giuste domande, puntano su sentimentalismi
che non hanno niente a che fare con la realtà. Remondino aggiunge che forse
tutto questo è dovuto al fatto che i direttori dell’editoria non sono più i
giornalisti “di strada” che hanno girato il mondo, ma piuttosto persone che
vengono dal “palazzo della politica”. Porzio
si discosta da tutto questo, preferisce intervistare le persone comuni, un
barista, dei genitori in fuga verso un campo profughi, una prostituta. Le sue
storie, non pubblicate dai giornali, le ha scritte nel suo libro, in cui non ci
sono sentimentalismi, dove la realtà è raccontata così com’è, con un linguaggio
che ti mostra scene di vita come un reportage televisivo.
Irene Cavallari
Irene Cavallari
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