domenica 7 ottobre 2018

Bit criminali

In ogni epoca l'uomo ha sempre avuto paure che lo hanno afflitto. L'uomo di oggi è minacciato dal web. Presso il palazzo Roverella Alessandra Belardini, Francesca Bosco, Tim Stevens e Federico Varese discutono sugli abitandi delle piattaforme digitali e sui rischi che si celano e che creano conseguenze non arginabili.
La paura deriva dal continuo stato di incertezza di fronte a questo "mondo iperconnesso", un enorme sistema nel quale sono nascosti pericoli e dove si insidiano organizzazioni criminali, nativi digitali e la polizia postale "in incognito".
Alessandra Belardini, ufficiale della polizia postale, sottolinea l'importanza dell'uso di un linguaggio appropriato sui social molte volte utilizzato in modo distorto. Spesso, infatti, sostituiamo una nostra opinione con un "emoji", limitando il valore delle parole ed incrementando le polemiche inutili.
"Il fattore umano è l'anello debole della catena interattiva che si viene a crare nel web", specifica Francesca Bosco, membra del Centre for cybersecurity, Wef.
"Spesso gli utenti si informano male", soprattutto in termini di sicurezza e di privacy, immetendo nel sistema propri dati. Ed è proprio di questa negligenza che i cyber criminali approfittano. Questi si servono dei dati degli utenti per venderli per fini di  lucro o per creare false identità. La polizia postale agisce in prima linea davanti a simili reati tracciando la scia dei rapporti poco chiari, arrivando fino a prevedere la vulnerabilità delle infrastrutture del sitema che permettono simili traffici.
L'esempio più noto è quello dei traffici pedo-pornografici: questi scambi si sono modificati nel tempo materializzandosi in pacchetti commerciali ai quali vengono allegati veri e propri manuali per aiutare il criminale ad aggirare la tracciabilità.
La criminalità informatica arriva a coinvolge anche le relazioni tra gli Stati diventando ancora più pericolosa. Federico Varese, criminologo, ci descrive come molti Stati del mondo accettino la presenza di queste attività illegali per scopi strategici internazionali che coinvolgono in particolare la politica .
Un modo per combattere questi cyber criminali potrebbe essere creare un clima di sfiducia interno che attacchi direttamente le strutture del sistema.
Per concludere la comunicazione informatica ,come dice Tim Stevens,sarebbe più sicura se ci fosse una leggislazione rapida e mirata sui molteplici problemi del web.
 Anna Di Garbo e Francesca Menegatti, Liceo Ariosto

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