"La domanda giusta per chi ha a che fare con una quasi diciottenne non è che cosa ha in testa, ma che cosa ha in corpo". Durante la presentazione del suo romanzo La parte migliore (Einaudi, 2018) Christian Raimo, nel cortile di Palazzo Crema, ha dialogato con Chiara Lalli, giornalista e bioeticista, sull'influenza della scuola e della famiglia sulla vita dei giovani oggi. Il libro racconta il rapporto complesso tra una madre, Leda, psichiatra che lavora con malati terminali, e la figlia quasi diciottenne Lara. La ragazza rimane incinta dopo l'incontro casuale con un ragazzo a una festa e decide, con l'aiuto della madre, di intraprendere il percorso per interrompere la gravidanza. Roma fa da sfondo a questa storia ed è lo specchio dell'Italia intera che l'autore vuole raccontare, un'Italia retroflessa, cristallizzata nei suoi miti e quasi mai fantascientifica.

Negli ultimi anni è stata la famiglia a salire in prima posizione nella scala di valori dei giovani, superando l'amicizia e la libertà, ed è diventata l'unico luogo dove si creano relazioni affettuose.
Parlando del percorso di Laura e di Leda, l'autore ha anche affrontato il tema dell'aborto e dell'eutanasia e lo stigma collegato, criticando la tendenza di chi sta intorno al paziente di decidere per lui quale sia il suo bene.
In conclusione, l'autore durante la presentazione ha trattato di due temi tabù nella società di oggi, la morte e il sesso, sottolineando come siano gli unici due aspetti che interessino i ragazzi e come alimentino la loro voglia di mangiarsi il mondo.
Beatrice Culotta e Martina Piscitelli
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