Gli studenti lasciano i banchi e scendono in campo.
Più esattamente, tra le vie storiche della città estense, dove Internazionale ha organizzato con mostre, programmi radiofonici, conferenze, documentari e molto altro il suo Festival che accoglie giornalisti da tutto il mondo.
Così, armati di penna, taccuino, intraprendenza e iniziativa, i ragazzi dei licei Ariosto di Ferrara e Alfieri di Torino, si sono calati nel ruolo di reporter che partecipano, ascoltano, valutano e riportano le informazioni più importanti.
Alcuni hanno svolto attività giornalistica intervistando i relatori di alcune conferenze come dei giornalisti veri e propri. Altri studenti, invece, si sono interfacciati con il mondo dei giornalisti registrandoli e dando loro le indicazioni necessarie sul festival: è questo uno dei compiti dell'Ufficio Stampa, che richiede grande capacità comunicativa, organizzativa e autodisciplina.
Si ha infatti a che fare anche con inviati delle più importanti testate giornalistiche che, come spiega il paradosso del titolo stesso, abbiamo dovuto informare sull'organizzazione generale del Festival.
Il mio, come quello delle mie colleghe, è stato un ruolo significativo e complicato: abbiamo dovuto infatti far fronte non solo alle richieste più particolari, ma anche alle critiche, alle disapprovazioni e ai rimproveri, cercando in qualche modo di giustificarci.
Ufficio stampa significa anche e soprattutto autocontrollo, perché nel caos generale di speakers radiofonici, ospiti, fotografi e camera-men, è difficile gestire la situazione.
È stata una esperienza molto formativa perchè insegna a gestire la tensione e a coordinare le attività, e a stabilire con i vari giornalisti anche una conversazione proficua dal punto di vista lavorativo, traendone consigli preziosissimi da portare con sè.
Isabella Greghi
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