In questi anni il Festival di Internazionale ha reso la città di Ferrara più consapevole, più colta, critica ed attenta rispetto alle tematiche del mondo: “Un giro del mondo in tre giorni”.
È riuscito a creare uno spazio accogliente, nel quale i giovani possono confrontarsi e affrontare i problemi attivamente cercando di proporre delle soluzioni. Lo scopo del Festival è infatti quello di alimentare un pensiero critico e costruttivo soprattutto in un momento socio-politico complesso come questo.
Internazionale è giornalismo. Il giornalista incarna lo spirito del festival alla perfezione: è colui che si dedica a una informazione critica dei civili, che non si fa condizionare da poteri forti e non ha timore di raccontare anche le più grandi atrocità con competenza e onestà intellettuale.
Quest’anno il premio giornalistico Anna Politkovskaja è stato assegnato al giornalista curdo-iraniano Behrouz Boochani che, non potendo ritirarlo, perché attualmente rinchiuso in un centro di detenzione nell'isola di Manus, ha delegato Omid Tofighian, professore di filosofia dell’Università di Sydney, a ritirarlo. Nonostante le condizioni disumane dei centri off-shore australiani (istituiti dalla “Pacific” Solution) Behrouz è riuscito a testimoniare con coraggio i soprusi e le ingiustizie subite da migranti e richiedenti asilo diretti in Australia. Per raccontare la storia sua e dei detenuti utilizza più canali comunicativi per arrivare al maggior numero di persone: articoli sui giornali, la stesura dei libri No Friend But the Muntains: Writing from Manus Prison e A letter from Manus Island e la produzione del documentario Chauka, please tell us the time, girato di nascosto con un cellulare. Il suo lavoro da giornalista, per quanto abbia sensibilizzato l'opinione pubblica, tuttavia non è riuscito a cambiare la politica migratoria australiana, che definisce ancora adesso queste vere e proprie prigioni comunissimi centri d'accoglienza per migranti. Proprio per questo bisogna persistere nel denunciare queste realtà scomode, per responsabilizzare e mobilitare tutti noi in quanto esseri umani.
Matilde Baiardi e Sophia Temgoua Tsafack
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