La misoginia online è stato il tema del dibattito tenutosi alle ore 17 presso il Palazzo Roverella di Ferrara con protagoniste Chiara Lalli e Moira Weghel, e con Daniele Cassandro come moderatore.
Il primo argomento trattato è stato il motivo alla base degli insulti di genere, che sarebbe secondo Weghel e Lalli un moto di rabbia momentanea e un sistema evidente che colpisce le donne quando queste si esprimono su ambiti prettamente maschili soprattutto attraverso minacce di stupro e di morte.
Moira Weghel ha raccontato di alcune sue esperienze successive all'insediamento di Donald Trump in qualità di presidente degli Stati Uniti d'America. L'episodio più eclatante è stato la reazione esagerata e volgare di alcuni siti e testate giornalistiche ad un suo articolo storico riguardante l'aborto.
Un altro tema emerso è stata l'elevata presenza di maschilismo, sessismo e razzismo all'interno delle multinazionali della Silicon Valley, dove le dipendenti, soprattutto di colore, vengono trascurate quasi fossero invisibili.
Alla domanda sulla possibile presenza di un vizio di forma all'interno dei social network, Moira Weghel risponde portando l'esempio della creazione di Facebook, nato per permettere ai giovani studenti di Harvard di esprimere giudizi e commenti sulle foto di alcune compagne di corso per umiliarle.
Successivamente si è parlato del diffusissimo hashtag #MeToo, che è senz'ombra di dubbio un valido sostegno per le vittime di abusi, ma che dovrebbe poter uscire da un contesto prettamente legato al mondo di Internet, diventando qualcosa di più concreto, per far sì che si tratti davvero di femminismo.
Il dialogo si è allargato anche al discorso aborto, facendo notare che le persone che si oppongono sostengono in pratica una gravidanza forzata e che questa delicata condizione dovrebbe essere gestita soprattutto come una questione sanitaria piuttosto che morale.
Filippo Novelli, Federica Sossella
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