domenica 7 ottobre 2018

Somalia, terra di nessuno

Il quadro politico e sociale della Somalia è stato l'argomento principale di oggi al Ridotto del Teatro Comunale alle 14:30. A parlare sono stati Gautan Chatterjee, rappresentate di Médicins Sans Frontières, Tristan McConnel, giornalista e fotografo britannico, Abdurahman Sharif, rappresentante dell'ONG somala, introdotti e mediati da Duilio Giammaria, giornalista e conduttore televisivo.
 
Le problematiche emerse e analizzate hanno riguardato il ruolo dei media nei conflitti e nelle vicende del Paese, le condizioni di precarietà in cui vive la maggior parte della popolazione, specialmente nelle zone sotto il controllo dell'Al-Shabaab, la presenza delle agenzie umanitarie sul territorio e le competenze e capacità organizzative del governo.
I media occidentali, negli ultimi tempi, hanno molto trascurato le vicende somale dal momento che il conflitto dura ormai da più di 30 anni e che la situazione generale è considerabile meno "tragica" rispetto all'inizio. Inoltre, a causa della scarsa sicurezza garantita sul territorio, le principali testate sono intimorite dalla possibilità di rapimento e omicidio degli eventuali inviati sul campo, prendendo quindi la dura decisione di non mandare corrispondenti sul posto a documentare quanto avviene quotidianamente.
 
Sono state sottolineate anche le gravi condizioni di precarietà e povertà in cui la popolazione somala, sotto continui bombardamenti e violenze, vive ormai da tempo, con una percentuale di sfollati sempre in crescita. E' stato anche ricordato che la Somalia è stata segnata da due grandi carestie in meno di 20 anni, quella del 1992 e del 2011, e che nel 2017 ha sfiorato la terza.
Molte agenzie umanitarie, come MSF, non hanno un ufficio stanziato sul territorio, perché considerato troppo rischioso, dal momento che in passato queste organizzazioni sono state soggette a attacchi, rapimenti e omicidi. MSF tuttavia segue attivamente le vicende somale dall'ufficio di Nairobi, e si adopera per inviare aiuti e soccorsi al Paese.
Un punto molto discusso inoltre è stato quello del governo, che ormai da tempo manca di stabilità e che purtroppo controlla solo il 55% del territorio, costituito soprattutto dalle zone più urbanizzate e dalle grandi città; il restante 45% invece è "controllato", se così si può dire, da Al-Shabaab.
 
Gli ospiti, concludendo l'incontro, hanno avanzato qualche proposta per il futuro di questo Paese, improntante principalmente sulla ricerca di un governo sempre più efficiente, sperando negli aiuti, non solo militari, da parte di potenze estere e sottolineando la necessità di lavoro, soprattutto per i più giovani.
 
Giacomo Bosco, Desiree Bindini

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