Il 6 ottobre, a palazzo Roverella a Ferrara, è stato
intervistato lo scrittore, giornalista e conduttore televisivo Gad Lerner dalle studentesse di OCCHIO AI MEDIA, un’associazione di volontariato non
governativa che si occupa del monitoraggio della stampa per verificare che
nessuna etnia venga discriminata dai giornali.
Tema dell’incontro sono stati l’Olocausto e le Leggi razziali del 1938, di cui quest’anno ricorre l'ottantesimo
anniversario.
Le interessanti domande delle studentesse hanno stimolato la riflessione sulle somiglianze tra il pensiero di epoca
fascista e quello che attualmente alimenta le discriminazioni.
Nonostante questo sia un argomento complesso, “disumano e che suscita disagio” in chi ne sente parlare, oggi abbiamo avuto
l’occasione di ascoltarne una lettura più innovativa diversa.
Nessuno, o pochi, nel Ventunesimo secolo ha il coraggio di
definirsi “razzista”, parola che, secondo Lerner, è diventata "proibita" in Italia,
ma non mancano le somiglianze tra discorsi dell’epoca fascista e i nostri talk show
televisivi. Secondo Gad Lerner “il linguaggio e l’ironia usati sono gli stessi": i giornali che si fingono
“dalla parte del popolo”, “anticonformisti” , che ritengono il politically correct un flagello contro la libertà di parola sono gli stessi che usano insulti, parolacce ed espressioni come negro, disinfestazione di rom. A questo linguaggio, molto frequente nella comunicazione giornalistica e politica, però non dobbiamo
abituarci.
Il Popolo
italiano del 1938 si era abituato alle discriminazioni contro gli ebrei tanto
che non si era reso conto di ciò che stava accadendo; pensiamo, per esempio, al fatto che soltanto un insegnate a
Firenze si è rifiutato di coprire la cattedra di un professore ebreo espulso dalla
scuola e deportato nei campi di concentramento.
E se questa realtà non fosse così distante dalla nostra?
E se questa realtà non fosse così distante dalla nostra?
Lerner ritiene
che oggi non ci sia soltanto un accanimento immotivato contro gli immigrati
come anni fa contro gli ebrei, ma che siano aumentate anche le motivazioni per condannare
gli immigrati: perché "ci rubano il lavoro", "sono ladri
nullafacenti".
Chi non condivide queste idee xenofobe è considerato razzista contro gli
italiani, "gli italiani sono i veri presi di mira dai grandi
finanzieri", "troppi figli di immigrati nelle scuole vanno a
danno dell’istruzione di noi italiani”.
Grazie alla sua personalità brillante Lerner è
riuscito a conquistare il pubblico parlando di un tema
vicinissimo a noi, senza vergognarsi di fare nomi noti come quelli di uomini politici, emittenti radiofoniche e
giornalisti - i veri fomentatori dell’ideologia razzista - alternando momenti di serietà e di leggerezza.
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